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Certe estati non si fotografano. Si ricordano a pezzi: una sedia di plastica verde, un cielo troppo azzurro, una tenda che si muove. Forse è per questo che amo il collage. Non cerca la forma perfetta, ma una sintesi una singola forma che andrà composta insieme ad altre con una certa allegria.

In questa serie di disegni ho esplorato l'idea di una geografia: come memoria di un luogo immaginato. Non un semplice motivo decorativo, ma una composizione che prende forma in disegni di grandi dimensioni.

Parliamo qui di disegni di grandi dimensioni e il loro utilizzo come stampa per tessuti.
L'Evoluzione del Pattern: Dalla Ripetizione all'Espansione
Il pattern tradizionale funziona per moduli. Si basa sulla prevedibilità, del ritmo ripetuto. I big pattern lavorano in modo opposto: si espandono, si sviluppano su scala ampia e diventano superficie totale. Il tessuto non è più solo supporto, ma immagine completa. È un cambio di paradigma che richiede coraggio sia da parte del disegnatore che di chi indossa.
Tecnicamente, significa abbandonare la sicurezza del raccordo perfetto per affrontare la complessità della composizione libera. Un disegno che misura metri invece che centimetri deve funzionare a livello visivo senza ripetizioni meccaniche. Deve avere una sua logica interna, un equilibrio che non dipende dalla serialità ma dalla qualità della singola immagine.

La Pratica del Free Brush e del Collage
Nel mio lavoro questa libertà formale nasce spesso dalla tecnica del free brush e del collage: gesti immediati, sovrapposizioni, segni lasciati volutamente imperfetti. Una costruzione fatta per intuizione, concentrazione e istinto. È una pratica che somiglia al flow: ci si entra dentro, si segue, si lascia che accada.

Il collage in particolare offre una modalità di lavoro che rispecchia il modo in cui funziona la memoria visiva. Non conserviamo immagini complete e perfette, ma frammenti: un colore, una texture, un contorno. Ricomponendo questi pezzi si creano composizioni fantasiose.

È un processo di costruzione per accumulo, dove ogni elemento trova il suo posto attraverso prove ed errori.
La tecnica del free brush aggiunge spontaneità a questa costruzione. Il segno che esce dalla mano porta con sé l'energia del momento, quella leggera instabilità che rende vivo un disegno. È l'opposto della precisione vettoriale, ma anche la sua necessaria integrazione.
Varietà dall'Unicità: Il Paradosso del Big Pattern
Uno degli aspetti più interessanti di questo tipo di stampa è la sua capacità di generare varietà da un singolo disegno.
Un pattern così grande può essere posizionato sul tessuto in modi differenti e produrre, dallo stesso file, capi completamente diversi. Una abito potrebbe mostrare la parte centrale del disegno, mentre un top ne rivelerebbe un angolo particolare. Non si produce uniformità, ma molteplicità di letture.
È un approccio che ribalta la logica industriale tradizionale, dove l'efficienza si misura sulla capacità di produrre il massimo numero di pezzi identici. Qui l'efficienza sta nella ricchezza di possibilità offerte da un singolo disegno. È un modo più sostenibile di lavorare: meno disegni, più soluzioni.
Niki de Saint Phalle: La Lezione della Distanza Creativa
Una delle ispirazioni visive per questi lavori è stata Niki de Saint Phalle. Le sue figure femminili monumentali, le celebri Nanas, sono corpi pieni, potenti, liberi. Quello che mi ha colpita, al di là del messaggio, è il rapporto tra disegno e forma.

I suoi decori non cercano di aderire alla struttura tridimensionale delle sculture. Sono come appoggiati, in modo quasi arbitrario, su queste masse gonfie e vive. Come se fossero stati ritagliati da un altro universo e semplicemente collocati lì.
Questa distanza tra la forma e il segno mi interessa moltissimo. È una lezione su come si possa lavorare con il disegno senza sottometterlo alla superficie. Un'idea di libertà visiva che mi guida anche quando disegno per il tessile. Il disegno non deve essere servo della forma del capo, ma può dialogare con essa mantenendo la propria autonomia espressiva.

Nelle Nanas c'è anche un'altra qualità fondamentale: l'ironia. I decori sono spesso giocosi, non si prendono troppo sul serio, eppure mantengono una dignità artistica indiscutibile. È un equilibrio difficile da raggiungere nel design tessile, dove si oscilla spesso tra il decorativo puro e l'artistico pretenzioso. Niki de Saint Phalle trova una terza via: la serietà giocosa, l'impegno leggero.

Il Disegno Tessile Come Campo d'Azione
Mantenere il disegno tessile in una dimensione artistica, non solo funzionale, non solo decorativa, per me è fondamentale. Non significa renderlo inaccessibile o intellettuale, ma riconoscere che anche un pattern ha diritto alla complessità, all'ambiguità, alla stratificazione di significati.

I big pattern offrono questa possibilità perché rompono con l'automatismo della ripetizione. Costringono chi guarda a un tempo di osservazione diverso, più lungo, più attento. Non si capiscono al primo sguardo, si scoprono gradualmente. È questo che li rende interessanti: mantengono viva l'attenzione invece di addormentarla.
In questo senso, artisti come Niki de Saint Phalle mi aiutano a rimettere il gesto al centro, a immaginare un tessuto non come supporto di uno schema, ma come campo d'azione. Un luogo dove il disegno può accadere, trasformarsi, sorprendere. Anche chi lo indossa.
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Illustrazioni @2025 Monica Bonzano
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